COSÌ NON VA: CONTRO VITERBO ARRIVA LA QUARTA SCONFITTA CONSECUTIVA

 

San Nilo Grottaferrata - Stella Azzurra Viterbo 78-85

Parziali: 14-23 / 23-16 / 22-19 / 20-27

San Nilo: Chiminello 8, Permon 2, Villamaina n.e., Ridolfi 19, Reali 15, Spinosa 5, Oliva 22, Marrocchi n.e., Corvo 5, Brenda 2, Proietti 1; Coach: Busti

Viterbo: Price 2, Giannini 14, Cittadini 7, Comastri, Vigori 20, Bertini 11, Meroi 7, Taurchini 4, Casanova 5, Bantsevich 15; Coach: Fanciullo

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Quarta sconfitta consecutiva per un San Nilo sempre più in crisi, che pure nel recupero della 4ª giornata contro la Stella Azzurra Viterbo evidenzia i soliti problemi di tenuta fisica e mentale, perdendo match e le residue chance di poter rientrare nella lotta ai playoff. Il -4 da Ferentino e Cagliari, in effetti, appare ormai un ostacolo enorme, a maggior ragione se si guarda alle prestazioni delle ultime settimane, in cui da salvare c’è davvero ben poco.
Un copione che si è ripetuto anche in questo freddo mercoledì di fine Gennaio, con i cryptensi che non sono andati oltre a qualche fiammata piazzata qua e là, cui non sono mai riusciti a dare un seguito davvero convinto. Non a caso è stata quasi sempre Viterbo a condurre le danze, eccezion fatta per i due sorpassi infilati nel corso della terza frazione. Momenti di leggerezza (ma mai di entusiasmo) che però sono svaniti praticamente subito, con il sorpasso di inizio ripresa firmato da Oliva (41-40) annullato sul ribaltamento di fronte da Bantsevich, mentre a cancellare un’autentica magia sulla sirena di MR9 (tripla da centrocampo per il 59-58) ci ha pensato Vigori in avvio di quarta frazione con il jumper dalla media. Per il resto un continuo rincorrere Viterbo e se stessi per Brenda e compagni, che oltre a percentuali dalla lunga decisamente peggiori (3/20 contro il 9/21 dei nostri avversari) hanno evidenziato poco senso del dramma, non riuscendo a “sentire” i diversi momenti della partita, perdendone praticamente sempre il controllo emozionale. Da un certo punto di vista una consuetudine sempre più preoccupante, con questo San Nilo post natalizio che sembra aver perso di nuovo ritmo e certezze, così come accadeva all’inizio della stagione. Rispetto ad allora, però, di partite grazie alle quali rimediare ce ne sono sempre meno, così come di occasioni per provare a dare nuova spinta al nostro campionato.

Quello che preoccupa maggiormente, però, sono senz’altro le prestazioni, con i 78 punti realizzati quest’oggi che non fotografano affatto bene la qualità del nostro attacco, spesso confuso e poco lucido, con tiri presi vicino allo scadere dei 24” secondi e con pochissima circolazione di palla. Al tempo stesso pure la difesa continua a regalare pochissime garanzie in questo momento, concedendo a Viterbo (non al meglio e reduce dagli appena 56 realizzati contro la Carver) addirittura 85 punti. Merito di uno scatenato Vigori (20 con 4/6 dalla lunga), ben supportato dal trio Giannini-Bertini-Bantsevich, che al di là dei numeri hanno sbagliato pochissimo, prendendo e realizzando i tiri - alcuni dei quali troppo comodi - concessi dalla nostra difesa.

Per cui, come anticipato in precedenza, quasi sempre nelle mani di Viterbo il pallino del gioco, che già nella prima frazione una bella spallata l’aveva assestata, scappando a +11 (12-23) grazie alle triple realizzate da Vigori, Giannini e il rientrante Meroi. Successivamente, un po’ con il cuore e un poco con la testa, il San Nilo è riuscito a rifarsi sotto, anche perché Corvo ha un ottimo impatto in uscita dalla panchina, così come il solito Ridolfi. Cryptensi che in effetti riescono a pareggiare i conti (prima sul 29-29 e poi sul 36-36), mancando però quasi tutti gli appuntamenti in grado di girare del tutto l’inerzia della sfida. Non a caso si piega ma non si spezza Viterbo, lucidissima nel superare anche il blackout evidenziato poco prima della volata finale. Dopo aver flirtato di nuovo con la doppia cifra di vantaggio (43-52 dopo 26’ minuti), infatti, gli ospiti perdono il bandolo della matassa, subendo in poco più di 4’ minuti - per mano di uno scatenato MR9 - un pesantissimo 16-6 di parziale, in grado, a sensazione, di poterci regalare un finale di gara totalmente diverso, complice il già citato sorpasso sulla terza sirena.

A questo punto si vive di momenti, di capacità di sentire la partita, facendo la cosa giusta al momento giusto. Una peculiarità mostrata quasi esclusivamente dagli ospiti, che pur non brillando si tengono sempre in vantaggio, sfruttando gli errori - soprattutto difensivi - commessi dai cryptensi. Le due triple piedi a terra concesse a Vigori, ad esempio, sono disattenzioni pagate a carissimo prezzo dai ragazzi di Busti, che a 7’ dalla fine si ritrovano a -5 (63-68), dando così un calcio maldestro al secchio del latte versato. Eppure, sull’asse Ridolfi-Oliva (41 e 14 rimbalzi in coppia), il San Nilo si rifà nuovamente sotto, dando l’impressione di avere nelle corde l’allungo decisivo. I troppi errori nelle letture e un paio di rimbalzi sanguinosi concessi in attacco, però, pesano come macigni nell’economia del match, con Bertini e un insospettabile Taurchini a siglare i canestri della staffa. Nel 78-85 finale, in realtà, ci sarebbe anche lo zampino degli arbitri, che non sono e non vogliono essere un alibi, ma i numeri (impietosi) qualche considerazione supplementare ci spingono a farla, partendo  dal curioso score che ci vede quasi sempre perdenti (e con rammarico) nelle gare in cui è coinvolto il signor Pastore. Un dato che - ce lo auguriamo - non può passare inosservato, costringendoci a tutelarci nelle sedi opportune. Il resto, senza se e senza ma, è colpa nostra, e pure questo non può essere un caso. La sfida con Isernia di Sabato 27/01, peraltro, molto somiglia ad un vero e proprio dentro-fuori, sfida decisiva tanto nell’immediato (San Nilo ancora alla ricerca della prima vittoria del 2024) quanto in prospettiva (il rischio è di partire con appena 2 punti nella poule playout), incidendo notevolmente nella corsa alla salvezza. Obiettivo minimo che speravamo di poter raggiungere con largo anticipo, ma classifica e prospettive ci sbattono in faccia una realtà molto diversa, da affrontare con coraggio e con cui - volenti o nolenti - dovremo convivere fino alla fine.

 

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